Religioni in Thailandia

Offerte di fiori in riva al fiume a "Phra Khanong".

Nella costituzione della Thailandia non esiste una religione di Stato ufficiale, il che garantisce la libera espressione dell'identità religiosa per tutti i cittadini, anche se il re per legge è tenuto a professare il buddhismo. Secondo l'Ufficio nazionale di Statistica di Thailandia, nel 2015 il 94,6% della popolazione era buddhista, il 2º gruppo religioso era quello musulmano col 4,3% e il 3º quello dei cristiani con l'1,02%[1].
I musulmani sono presenti soprattutto nelle province meridionali di Pattani, Yala e Narathiwat, in prevalenza di etnia malese, e parte della provincia di Songkhla e di Chumphon, dove sono presenti sia thai che malesi.

Una piccola ma influente comunità di sikh è altresì presente ed alcuni piccoli gruppi di indù vivono nelle città, entrambi impegnati nel commercio al dettaglio. Vi si trova anche una piccola comunità ebraica risalente al XVII secolo. A partire dai primi anni 2000, attivisti musulmani del sud, generalmente descritti come terroristi e/o separatisti, hanno dato luogo a imponenti manifestazioni contro il governo centrale a causa della presunta corruzione e dei pregiudizi etnici da parte dei funzionari pubblici.[senza fonte]
Formalmente responsabile per la registrazione dei gruppi religiosi è il "Dipartimento della Religione", attualmente sottoposto al Ministero della Cultura[2]; ogni formazione religiosa detiene le sue proprietà tramite fondazioni legalmente stabilite. Alla stessa maniera la polizia che si occupa d'immigrazione concede i visti e i permessi di lavoro ai missionari di tutte le religioni che ne facciano richiesta, sotto la dicitura di "lavoratori religiosi espatriati"[3].

  1. ^ (ENTH) สารบัญตารางสถิติ LIST OF STATISTICAL TABLES (PDF), su web.nso.go.th, pp. 12-13 (table 3-4). URL consultato il 19 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2017).
  2. ^ (TH) ระเบียบกรมการศาสนา ว่าด้วยองค์การศาสนาต่างๆ พ.ศ. 2512, su dra.go.th. URL consultato l'11 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013).
  3. ^ Copia archiviata, su dra.go.th. URL consultato il 2 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).

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